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giovedì 29 ottobre 2009

Diretta televisiva su Domenica 5 da Rionero





DOMENICA 1 NOVEMBRE "DOMENICA 5", CONDOTTO DA BARBARA D'URSO, IN DIRETTA DA RIONERO IN VULTURE



Domenica 01 novembre p.v., nella Città di Rionero in Vulture, si realizzeranno presumibilmente tre collegamenti televisivi in diretta nell’ ambito del programma Domenica 5 condotto da Barbara D’ Urso, in onda su Canale 5, dalle ore 13.40 alle ore 18.30.
I collegamenti saranno realizzati dal meteorologo Paolo Corazzon, del Centro Meteo Epson.
Due sono le locations individuate dalla redazione Mediaset: cortile di Palazzo G. Fortunato ed il Museo Permanente Privato della Civiltà; Contadina e del Brigantaggio, situato nella storica via Mazzini,al civico 73.
Trattasi di momenti interattivi ed ironici la cui durata sarà; compatibile con le esigenze mass mediatiche satellitari ed incentrati sull’aspetto folcloristico del brigantaggio.
Naturalmente l’occasione risulterà utile per la valorizzazione dei luoghi e delle tipicità eno-gastronomiche.

mercoledì 28 ottobre 2009

Torre degli Embrici....La Torr' per i rioneresi

Torre degli Embrici, "La Torr' per i rioneresi", complesso di ruderi di età antichissima. In questà località, attualmente sono in corso scavi archeologici dai cui si sta portando alla luce una villa di età romana.










































martedì 27 ottobre 2009

Torre degli Embrici "Statuetta Afrodite"




Nel museo Nazionale di Melfi è conservata una statuetta di Afrodite alta cm 68 larga 28,5 cm profonda 17,5 cm in marmo bianco a gran a fine. Mancano la testa, la mano sinistra il braccio e il pied e destro. Sono presenti scalfiture ed incostrazioni. Rinvenuta in località Torre
degli Embrici nell'ambito di un insediamento a carattere di villa. Si tratta, considerando le ridotte dimensioni della statua e i dati relativi al suo rinvenimento ( sporadico, nell'area di una villa di età imperiale, posta nel territorio di Rionero), di un' opera dal valore prettamente ornamentale, databile nel I sec. d.C., replica di un'originale affermatosi nella piena età ellenistica quale variante di note statue pressiteliche. Attualmente c/o il sito archeologico di Torre degli Embrici sono in corso scavi diretti dall'archeologo Richard Fletcher, di un complesso archiitettonico di epoca romana.

Storia di integrazione sociale di un cittadino rionerese a Legnano

Mentre impazza il dibattito da “silly season” se sia meglio insegnare a scuola il dialetto piuttosto che i canti locali, vale la pena di fare qualche considerazione sul metodo da seguire guardando proprio all’ombra dei campanili legnanesi.Potremo così ascoltare i racconti di qualche lucano emigrato a Legnano circa 40 anni fa, scoprendo che conosce il dialetto legnanese e fa il tifo per una contrada. Com’è possibile? Se andiamo avanti ad ascoltare il signor Luigi scopriamo che arrivò quasi 40 anni fa da Rionero in Vulture e andò a lavorare alla fabbrica delle biciclette “Legnano”, quando le “Legnano” erano “made in Legnano”. Primi giorni difficili, certo, quando non riusciva a capire cosa volesse dire il collega quando a mezzogiorno in punto gridava :Schiscia !(schiaccia): voleva dirgli di premere il pulsante per fermare la catena di montaggio. O quando, in visita ad un appartamento da acquistare, arrivava la vicina legnanese “doc”, dopo aver spiato dalla serratura l’accento meridionale dell’acquirente, a urlare con tono dissuasivo: Sciur, c’al töa nò chela cà chi! L’è fregia, l’è ümida
(Signore, che non compri questa casa! E’ fredda, è umida).Poi, con il passare degli anni, i colleghi che diventano amici, la vicina diffidente che trova persone con cui si trova bene. Eppure nessuno è andato a insegnare al signor Luigi il dialetto oppure “Me car Legnan”: oggi sta bene a Legnano, ha dato un grande contributo all’economia locale, e fa il tifo per la sua contrada più di certi legnanesi.Si vince con l’integrazione, non imponendo usi e costumi o parlate locali. Legnano deve dire grazie ai tanti meridionali che sono venuti qui contribuendo, con il loro lavoro, alla nostra ricchezza. Un discorso che nell’anno 2009 possiamo attualizzare alle tante persone che arrivano a Legnano da ogni parte del mondo, indesiderate ma al tempo stesso necessarie alla nostra economia.La storia del signor Luigi è solo una delle tante di chi è arrivato a Legnano, guardato come un sospetto forestiero, e oggi è legnanese a tutti gli effetti, non solo anagrafici. A testimonianza di come una comunità possa integrarsi con un’altra, scopriamo che c’è una sorta di “cordone ombelicale” fra l’Alto Milanese e la Lucania: ogni giorno un autobus va da Legnano a Rionero in Vulture e Melfi, a dimostrare che qui c’è una comunità “forestiera” ben integrata che ha contribuito alle nostre fortune. E se qualcuno pensa che le origini di queste persone siano poco civili, vada a fare un giro a Potenza o zone limitrofe: capirà perché il capoluogo della Basilicata è soprannominato “Lugano del sud”.


Tratto da altomilaneseinrete.it

lunedì 26 ottobre 2009

Cinquecento lire

Coversazione reale tra padre e figlio rioneresi

F= figlio
P=Padre

F= Papà, m’ rai cinq cind lir?
P=Che vo? Quatt’ cind’ lir? E che haia fa ch’ tre cint’ lir? Nn t’ avastn’ dui cint’ lir? Ma po’, che taia accattaà ch’ cint’ lir? Vir’ nu poc’…’ndò la giacchet’, n'dò la sacc' r' ient' e s' manc' iè rott e ragg' pers, ng’ so’ cinquanta lir’, accatt’ t’ na cos’ e po purtm u rest’……..

Trad…

F= Papà mi dai cinquecento lire?P= Che vuoi? Quattrocento lire? E che devi fare con Trecento lire? Non ti bastano Duecento lire? E poi, che cosa ti devi comprare con cento lire? Vedi un po’, nella giacca,nella tasca interna e se non li ho persi, ci sono cinquanta lire, comprati qualcosa e poi portami il resto…..

giovedì 22 ottobre 2009

LA PRET' RU U' PISC'C





















































La Pret Ru U Pisc' C è situata a circa 2 chilometri da Rionero in C/da Pesco, in direzione Palo del Conte o scalo Forenza. Per essere più precisi, almeno per i rioneresi, la pietra si trova dietro la ex Kerogas attualmente canile munipale. Per raggiungerla bisogna attraversare la ferrovia.

La legenda vuole che essa sia di origine vulcanica, circa a 160 milioni di anni fa, quando il Monte Vulture era ancora un vulcano attivo. Le impronte su di essa pare che siano di qualche animale vissuto nel triassico o cretaceo, parliamo di dinosauri.

Invece altre legende raccontano che le impronte sulla pietra siano del diavolo.
Ufficialmente pare che le impronte si siano create con il passare degli anni, dovute all'erosione del
tempo.









mercoledì 21 ottobre 2009

Curiosità: "Le accise sui Carburanti"

Accise sui carburanti

Le accise sono una quota/parte importante delle entrate nel bilancio di ogni Paese.
Nel caso specifico dei carburanti, in Italia sono state istituite nel tempo una serie di accise, di volta in volta nate per finanziare alcune emergenze, come crisi o disastri naturali, e che ancora oggi permangono gravando sull’acquisto di benzina e gasolio
· 1935 l’imposta di 1,90 lire per il finanziamento della guerra d’Etiopia.
· 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
· 10 lire ciascuno per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963, l’alluvione di Firenze del 1966 e il terremoto del Belice del 1968;
· 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
· 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
· 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
· 22 lire per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
· 39 lire (0,020 euro) per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004
· 0,5 centesimi di euro nel 2005 per l’acquisto di autobus ecologici.

Attualmente le accise per ogni 1000 litri di Benzina valgono 564€
Per ogni 1000 litri di Gasolio valgono 423,00€

Infortunio sul lavoro...Cliccare ull'immagine per ingrandirla


martedì 6 ottobre 2009

Mitici anni '70 e '80

A tutti quelli che hanno vissuto i mitici anni '70 e '80.

- Noi, che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia.
- Noi, che a scuola ci andavamo da soli e da soli tornavamo.
- Noi, che la scuola durava fino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con papà).
- Noi, che eravamo tutti buoni compagni di classe, ma se c’era qualche bullo, ci pensava il maestro a sistemarlo sul serio.
- Noi, che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, mamma a casa te ne dava 2.
- Noi, che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore.
- Noi, che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici.
- Noi, che avevamo le tute lucide acetate dell’Adidas che facevano fico, ma erano pure le uniche.
- Noi, che la gita annuale era un evento speciale e nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti.
- Noi, che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet.
- Noi, che la vita di quartiere era piacevole e serena.
- Noi che partecipavamo alla Festa di Quartiere, nel campetto del Tiro A Volo,
organizzata da Nicola Sperduto, Giovanni Giansanti, Rosanna Volonnino, Antonio Aiuola (Totò) e tanti altri ragazzi del mitico Rione San Francesco
- Noi, che andare al mare nei sedili posteriori della 850 di papà o nella 1100 di nonno era una passeggiata speciale e serbiamo ancora il ricordo di un bagno “pulito” a Rimini o a Fregene.
- Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori, né computer. Ma avevamo tanti amici lo stesso.
- Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo 2.
- Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.
- Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c'era Happy Days e Fonzie.
- Noi, che guardavamo allucinati il futuro con “Spazio 1999”.
- Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.
- Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.
- Noi, che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
- Noi, che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.
- Noi, che giocavamo a nomi-cose-animali-città.
- Noi, che ci divertivamo anche facendo Strega-comanda-colori.
- Noi, che giocavamo a Un mont' la lun'.
- Noi che giocavamo a U' Taccaridd'.
- Noi che giocavamo a Sc..catlin'.
- Noi che giocavamo dentro i Campetti di Ron Achill o u campett' ru u Tir a Vol'.
- Noi, che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album Panini (celò, celò, celò, celò, celò, celò, mi manca!).
- Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, ma che a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo.
- Noi, che compravamo alla Puteia il panino con la mortadella per 100 £ire (= € 0,050!) e non andavamo dal dietologo per problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
- Noi, che bevevamo acqua dal tubo del giardino, non dalla bottiglia PET della minerale ed un gelato costava 50 £ire (pari a € 0,025!).
- Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.
- Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 giri vinile (non nell’Ipod) e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede cos'è.
- Noi, che non avevamo cellulari (c’erano le cabine SIP per telefonare) e nessuno poteva rintracciarci.
- Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada o nel piazzale di San Francesco con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.
- Noi, che trascorrevamo ore a costruirci carretti per lanciarci poi senza freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.
- Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercurio cromo, e più era rosso più eri fico.
- Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.
- Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c’è un francese-un tedesco-un italiano.
- Noi, che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
- Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.
- Noi che ascoltavo le canzoni Acqua Azzurra Acqua Chiara e Montagne Verdi.
- Noi, che il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween.
- Noi, che l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo solo i chicchi di zucchero sopra la glassa.
- Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.
- Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 £ire.
- Noi, che si suonava la pianola Bontempi.
- Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!
- Noi, che la penitenza era 'dire-fare-baciare-lettera-testamento'.
- Noi, che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
- Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.
- Noi, che nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola.
- Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.
- Noi, che vivevamo negli anni di piombo, in mezzo ad inaudite violenze per lotte sociali e di classe.
- Noi, che votavamo per i partiti della 1° Repubblica: MSI, DC, PRI, PLI, PSI, PCI, e non per 70 diversi gruppi dai nomi fantasiosi.
- Noi, che trovammo lavoro tutti e subito. E ci sposammo presto.

Noi, che siamo stati tutte queste cose e tanto altro ancora.

sabato 3 ottobre 2009

.....Carlo


La Protezione Civile


Il presidente Napolitano


Il corteo presidenziale

Intervento del presidente della Repubblica da Rionero in Vulture

Articolo tratto da La Repubblica.it
RIONERO IN VULTURE (POTENZA) - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ribadisce, in vista del centocinquantesimo anniversario dell'unificazione italiana, la centralità della questione meridionale, e invoca il no alle "bestemmie separatiste". Da Rionero in Vulture, paese natale dello studioso meridionalista Giustino Fortunato, Napolitano denuncia "l'esaurirsi di una strategia nazionale per il Mezzogiorno", e punta il dito sul "diffondersi nell'opinione pubblica settentrionale di una illusione di sviluppo autosufficiente destinata a dispiegarsi pienamente una volta liberatosi del peso frenante del Mezzogiorno". "Le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia - ha detto Giorgio Napolitano - hanno senso perché l'Italia ha bisogno di più unità di nuova e più forte coscienza unitaria", "un valore attuale che va ribadito di fronte a certe fantasticherie che si stanno sentendo in polemica con l'esigenza di una forte inequivoca celebrazione e riaffermazione dell'unità e indivisibilità dell'Italia". Napolitano ha ricordato che di "bestemmie separatiste" parlò già Giustino Fortunato alla fine dell'Ottocento, e "queste bestemmie che negano il valore dello Stato unitario sono tornate varie volte". "Risultano tutt'ora drammatici e tendenzialmente stagnanti" i dati del divario tra il Nord e il Sud del Paese, ricorda il Capo dello Stato. Ma il presidente della Repubblica si scaglia anche contro "l'incapacità delle forze dirigenti meridionali di fronte alla prova dell'autogoverno". E ammonisce: "Lasciate che lo dica da meridionale e da convinto meridionalista: non possiamo permetterci alcuna autoindulgenza, non possiamo nascondere l'inefficienze e distorsioni dietro la denuncia delle responsabilità altrui e dello Stato e dei governi".
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Conclude facendo riferimento al federalismo fiscale: va bene, purché non si metta in discussione l'unità d'Italia, sottolinea il presidente. "Le novità del federalismo fiscale, per conquistare i maggiori consensi che le mancano e superare le preoccupazioni o diffidenze che le circondano, devono saldarsi con una chiara, non formale riaffermazione del patto nazionale unitario", ha detto Napolitano. "Sono comprensibili e significativi", ha aggiunto, i richiami a valorizzare le diverse esperienze storiche e le diverse realtà e tradizioni del nord e del sud, delle singole regioni, ma "non possono considerarsi in contrasto con la loro riconduzione all'unità. Questo fu il grande obiettivo del Risorgimento e il grande traguardo della fondazione dello Stato nazionale italiano". Pacata la replica del leader della Lega Umberto Bossi: "Se l'unità d'Italia non la difende Napolitano, chi lo deve fare? Ad ognuno il suo compito". A chi gli chiedeva se fosse sconvolto dalle affermazioni di Napolitano, Bossi ha risposto: "No. Io mi considero amico di Napolitano e lo giudico una persona abbastanza saggia. Per cui su qualsiasi cosa si può ragionare".