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martedì 12 ottobre 2010

Briganti

Brigantaggio. Un telegramma da S. Bartolomeo in Galdo, del 10 corrente, al Giornale di Napoli annunzia che nel pomeriggio del giorno innanzi ebbe luogo un serio conflitto tra la banda Caruso ed una colonna mista di guardie nazionali e di carabinieri a poca distanza dal paese. La guardia nazionale ebbe un momento di esitazione e nella lotta venne ucciso il carabiniere Santo Vito 1° Pasquale nativo di queste provincie. Mentre un drappello del 46° unito ad alcuni carabinieri era di ritorno dal servizio di corrispondenza venne attaccato improvvisamente al luogo detto Coppo di Cellis, territorio Rionero nella Basilicata, da 20 briganti a cavallo della banda Cina.
Al rumore delle fucilate accorsero sul luogo due altri carabinieri con 20 bersaglieri di San Fele, i quali risposero vigorosamente all' attacco dei masnadieri obbligandoli a darsi alla fuga verso il bosco di S Cataldo sin dove vennero inseguiti dalla truppa. Da deposizioni verbali risulta che i briganti avrebbero avuto tre feriti, fra i quali uno gravemente. La forza non ebbe perdita di sorta. Lo stesso giornale reca: In Basilicata continuano gli arresti dei manutengoli su vasta scala. In due soli giorni in quella provincia soltanto se ne sarebbero carcerati 170.
Questa misura è quella che atterrisce più di tutto i briganti per cui se si continua di passo fra poco il brigantaggio sarà ridotto a minime proporzioni.
tratto da : IL SOLDATO ITALIANO Giornale Militare 17 Settembre 1863

lunedì 4 ottobre 2010

Etimologia della parola Cafone

La parola Cafone è usata nel dialetto rionerese per definire il contadino di una volta, oppure oggi è utilizzata per disprezzare una persona.
Ma da dove deriva questa parola?

”Cafone” è parola del dialetto campano, che per alcuni deriverebbe da “c’a fune”: con la fune. Intorno al 1400, tra il basso Lazio e la Campania (tra Frosinone a Caserta), i contadini si recavano alle fiere di paese portando in spalla delle funi, con cui si portavano a casa gli animali (vacche, pecore, ecc.) che compravano.

Secondo altri studiosi, la fune avrebbe avuto un altro scopo: arrivando a Napoli dalla campagna, la mattina presto, il contadino trovava le porte della città (Porta Capuana e Porta Nolana) ancora chiuse: la fune gli serviva per superarle, ed entrare in città. Una teoria sciocca, oltre che falsa: il contadino veniva in città per vendervi i suoi prodotti (frutta, verdura, ecc.). Ve lo immaginate a scavalcare la cinta muraria con tutta questa roba?