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lunedì 26 aprile 2010

Le fontane pubbliche di Rionero

Fontanino di Barile,ottima acqua, utile per depurare l'organismo
Fontana Grande ( Funtana Grann')
Fontana dei Morti ( Funtan' ri' i Murt', con l'acqua di quest fontana consiglio di preparare il caffè...una vera prelibatezza, provate!!! )
Fontanino alla Stazione;
Fontanino al Potasso;

Fontane rurali

Fontannelle;
Fontana Matroppl;
Fontana Maruggia
Fontana 61;
Fontana alla Torre;
Fontana di Angel' r' Vit';
Fontana dei Lupi;
Fontana Castagno;
Fontana dei Piloni;
Acqua Rossa ( Monticchio Sgarroni);
Funtana Cerasa;
Fontana dei Faggi

mercoledì 14 aprile 2010

Impressioni 2

Impressioni 2

In Autunno,invece, i vicoletti di Rionero offrono altre caratteristiche.

Tra fine Agosto inizio Settembre in alcuni vicoletti si può notare gente che prepara " la salsa o i pomodori pelati"

Una volta, davanti ad ogni garage o cantina si poteva vedere il tipico fuoco, fatto con "i scarmuzz’ e zepper’" (difatti nelle stradine si diramava un fumo come una nebbiolina) con la "cavrara" sopra "u trappir’ " in cui ribollivano i pomodori per poi macinarli con la “macchinetta” fino ad ottenere la tipica passata di pomodoro che, poi, si versava negli appositi "Buccacci" in vetro o bottiglie che in seguito venivano messi in un "Bidone" (sempre sop’ a u’ trappir’) a bollire per circa un'ora e mezza. Oggi la tecnica non è cambiata ma molti, anzicchè usare il fuoco con scarmuzz’ e zepper’ , usano il treppiede a gas.

In Ottobre le cantine scavate nel tufo ( Rione dei Morti, La Costa ), emanano un profumo davvero unico, ossia del mosto in fermentazione. L’uva, il nostro Aglianico del Vulture, ‘ndò i palmint’, si sta trasformando in vino. Non solo profumo ma anche (per chi ha deciso di "s’ baddare" un po’ prima) il rumore del torchio, quel tlic-tlac, tlic-tlac che rimbomba nelle cantine e a sua volta nelle stradine.

In Novembre invece, dai frantoi esce il profumo dell’olio, olio rionerese ricavato dalle spremiture delle olive r’ u’ Uaddon’ r’ la Noc’ o r’ Catavatt’, r’ la M’zzan’ o r r’ Cerz’, r’ Sant’ Maria o r’ Frascoll’. ..Un profumo che sembra preparare l'Inverno e a sua volta il Natale.

martedì 13 aprile 2010

Impressioni...

Impressioni

La Domenica mattina Rionero offre di sé (a mio avviso) una caratteristica peculiarità.
Di buon mattino, prima che la macchina del traffico si metta in moto, passeggiare per le strade e vicoli di Rionero è davvero bello, soprattutto se il sole ci fa compagnia.
Vi è un silenzio surreale, rotto solo dal cinguettio degli uccelli e delle rondini.
Proviamo a passare per Via Garibaldi; bèh... che c’è di così buono e dolce di quel profumo di caffè e/o di pasticcini appena sfornati che esce dalla pasticceria del Cav. Libutti?
Un profumo che si dirama per tutta la via fin giù al portone principale del palazzo di Don Giustino Fortunato. Non si può fare a meno di entrare in quella pasticceria ed assaporare i dolci appena sfornati.
Oppure, se si passeggia per i vicoletti, soprattutto i vicoli del Rione dei Morti, magari accompagnati anche con il rintocco del campanile della Chiesa dei Morti (SS Sacramento), una cosa attira molto. Da quasi tutte la case esce quel profumo, un sapore di sugo Domenicale, fatto con un buon coniglio nostrano con aggiunta di basilico profumato. Pare che tutte le casalinghe del rione preparino contemporaneamente il pranzo della Domenica.
Non solo, ma se si fa caso, passando davanti alle porte di queste case, si può notare ancora qualche signora che prepara le orecchiette sop’ a u Tumpagn’.
Tutto questo soprattutto tra fine Primavera e piena Estate, quando la calura estiva porta a spalancare le porte delle case...
Continua

lunedì 5 aprile 2010

Rionero

Rionero fu un tempo piccol villaggio non più che da quattro o cinque famiglie abitato in tenimento di Atella non già di quella onde furon le favole Atellane appellate, per questo stavasi nella Campagna felice su le antiche rovine di quella diocesi la nobile città di Aversa edificata; ma quella che oggi vedesi appiè del Vulture nella nostra Lucania in maggior parte da terremoti protesa, famosa per quel celebre fatto di armi tra Francesi e Spagnoli presso alle mura di esso avvennuta, qual battagliua con tanta purità di sermone mons. Paolo Giovio nella sua Latina Istoria eloquemente descrive. E' fama che i primi pochissimi nostri maggiori allettati dalla facilità di coltivare i campi detti del Gaudo, li quali in ampia ed aprica pianura distendonsi, abbondevoli a voti degli agricoltori si rendono, distaccati si fossero del grosso di quegli Albanesi che diloggiati di Melfi ove fu lor prima concesso il fermarsi a fabbricar Barile si fecero. Ma a poco a poco per la fertilità del terreno e per la solubrità dell'aree e per la copia e dolcezza delle fonti e per l'opportunità del traffico e se gli occhi all'animo di molte straniere persone tragendo si è reso più bello di tutta la Diocesi Rapollana. Per favellar però di ciocchè a noi si appartiene fu a primi albanesi coloni concessa in Parrocchia rurale chiesina sotto il titolo di San Marco, oggi detta Monte dei Morti, la quale da un Parroco di Greco rito reggevasi, forse perchè un tal rito ricevuto avevano da lor maggiori...

Arch. Vescovile Melfi 1757-1853

tratto da Rionero di Pietrafesa