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sabato 31 luglio 2010

Rionero anno 1316

Rionero anno 1316


Vescovi Rapollani distintisi nel tempo



1316 Bernardo de Palma. Già canonico di Ascoli fu uno degli esecutori del testamento di Carlo II d’ Angiò. Egli era era intimo pure del re Roberto. In un diploma con cui fu concessa l’ esenzione dai pesi fiscali per un decennio a tutti che si fossero trasferiti a popolare Rionero paesello allora presso alla chiesa di S’ Antonio ( chiesa che un tempo si apparteneva ai benedettini di Monticchio) egli viene delle espressioni lusinghieri di dilectum consiliarium et famliarem nostrum . Vi è ragion da credere che ad influenza di questo prelato Rapolla forniva al re Roberto otto soldati a cavallo ben montati quanti ne davano Ascoli e le altre popolose città di Puglia ad oggetto di arginare Lodovico di Baviera che innoltravasi avverso al pontefice Giovanni XXII


ricerca personale

sabato 17 luglio 2010

Serro San Francesco Rionero

Sul colle detto Serro di s Francesco all' oriente di Rionero ed a piccola distauza da quel comune, si osservano gli avanzi di auliche fabbriche e non scarsi rottami. Quivi si sono scoperti idoli, medaglie di oro e di argento ed altre anticaglie d' importanza, senza che si conosca a quale antica città possano riferirsi . Si veggono ancora sulla loggia del monastero de Cappuccini messo sulla sommità del Vulture alcuni antichi bassorilievi, una testa di serpente di bronzo ed un marmo con mutila iscrizione latina ma s' ignora come e donde siano stati colà trasportali

Deutsches Archäologisches institut - 1832

sabato 10 luglio 2010

San Ippolito Monticchio

A questa Abbadia di greca osservanza e di rito, era annesso un monastero di donne sotto la giurisdizione di quell Abate Benedettino, giusta le riflessioni del dotto archeologo Monsignor Ferroni Vescovo di Muro. Cencio Camerario lo chiama monastero di S Giovanni Vulturanese, e nei tempi di mezzo si nomò pure di S. Angelo o di S Michele in Vullu, ed anche di Monte di Voto, dal Vulture. Infatti, questa montagna in quei tempi, fu denominata Mons acutus come pure Mons sacer (Di Meo ann. 1153 n 4 ) ed oggi nel linguaggio vernacolo di molti paesi circonvicini si dice Montavuto, espressione corrotta di Monte Vulture, alle di cui radici occidentali era edificato esso un monastero il quale rovinato dopo il 1037 dette origine al cennato Convento de Cappuccini che n’ era l’ ospizio, eretto sotto il titolo di S. Michele. A questo Arcangelo è pure dedicata la chiesa che occupa la parte superiore del fabbricato la quale ha il pregio di essere stata consacrata e cumulata d’ indulgenze (come assicura Costantino Gatta) nei primi giorni di Maggio del 1059 dal Pontefice Niccola II, accompagnato da cinque Cardinali, sette Arcivescovi e quindici Vescovi, dopo sciolto il Concilio di Melfi. Di presente s’ intitola S. Michele Monticchio da Monticulus antico paesetto che oggi non più esiste.

Documento anno 1800 ca

venerdì 2 luglio 2010

Quando i Savoia fermarono Cristo ad Eboli…

Può sembrare strano ma a quanto pare è proprio così. I Savoia fermarono Cristo ad Eboli e non lo fecero avanzare più, o meglio lo fecero addentrare nella nostra Lucania piano piano, facendolo attraversare e scalare monti valli e quant’altro, in modo da far passare la voglia a chi da Napoli vuole raggiungere la Basilicata, per lavoro o per turismo.
Parlo della linea ferroviaria che da Napoli porta a Taranto. Linea ferroviaria angusta dove i treni da Eboli in direzione Potenza Taranto viaggiano a passo di lumaca..
Bèh…quella linea ferroviaria il Regno Borbonico la concepì in modo diverso e moderno, addirittura il tracciato prevedeva il doppio binario.

Il Decreto N° 3492 del 30 Settembre 1856,
Decreto col quale si concedeva al Signor Tommaso d'Agiout la facoltà di costruire una ferrovia da Salerno per Eboli a Taranto.

La ferrovia iniziava da Salerno e doveva passare necessariamente per i comuni, o per le rispettive loro vicinanze, di Eboli, Calabritto, S. Andrea , Rionero, Rendine, Spinazzola, Gravina ed Altamura.
La ferrovia nell' intero suo percorso doveva essere a doppio binario.
Secondo le stime, e il capitolato di appalto, la tratta da Salerno ad Eboli doveva entrare in funzione entro il 31 Dicembre del 1857, e la tratta da Eboli a Taranto entro il 01 Gennaio 1861.
Inoltre, la strada ferrata doveva essere interamente fiancheggiata da fossi, muri, siepi, o da altre chiusure atte ad impedirne l’ accesso , secondo i modi usati nelle ferrovie esistenti nel Regno Borbonico.
Particolare attenzione doveva essere fatta nel caso in cui la strada ferrata incontrava chiese ed edifici sacri, monumenti di arte e di antichità, queste non potevano essere occupate o danneggiate in qualunque modo.
La ferrovia fu costruita fino a Eboli, poi arrivarono i Savoia e a Cristo fu impedito di proseguire in Basilicata!