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mercoledì 24 dicembre 2014

Buona Natale



Natale



ho trovato tra vari libri, questa poesia rionerese, non so se è conosciuta...



R’ angidd’ i capituni si mangin’ a Natale, i scummar’, i capuni, la carne ri maiale.
Ri Sicc’, ri siccitedd’, ri treglie, i calamari, castagne, nuci e nucedd’
Miledd’, e fich siccate, e fascinedd’ e antrite,
alici, e sarde salate pi maritate e rite.
Spaghett’ e virmiciedd’, acci e cavul’ affiuru, e piatt e sauzariedd’ ri tutti i culuri.
Po , vot e vot e rota si mett ra pizz l’arte; lu baccalà, sta vota si mangia senza part’.
E'n casa po nei favimo ri petl', i cauzunciedd', ri crust'le pùr' facimo, rumpìm lu carusiedd'.
Po sciuquàrri' a la l'oca "quattr' e cinc', trei e sei". Uht vi, che cannafoca si mett'no quiri giurèi!
Catàrr' e pantullino, sampogn' e tutaredd' ...
Malàt' a lu stintino i è muort' Cascitedd'!...
Cantàrn' la ninna nanna a Gièssu Bamminiedd' ...
"Nginc" mo vène la Banna ri Carlo Capuciedd'.
Sient' sient' che pasturàle chi fàce cu lu viulino!
Ca po lu zuopp' vale chiù, chiù ri nu carrino.
Alò! Ra qu' accient' anni! facimici quatt' zump' ...
Mare' Tiorb', cumpa Giuanni, che! Sit' rimàsi ciump'?
Fòra la pucundria' zurnpàrn' fign' a crài;
evviva l'alligria, mo nun si pens' a guai.
Si mett' no a sunà la pizz' ca tarandedd',
si mett'n' a zumpà nfign' a la campanedd'.
Ma vène Capirann' e pò la Bufania:

pi cient' ann', pi cient' ann': ricim' n'avernmaria

domenica 21 dicembre 2014

Tra vicoli


Tra vicoli



…quello che notava la sera, nelle strade, dall'imbrunire in poi, lo rattristava profondamente e gli faceva 'apparire il giorno festivo meno caro e desiderabile. La tristezza propria dell'ora risultava agli occhi suoi raddoppiata e così rincasava, anche perché il padre aveva stabilito che egli dovesse essere a letto, tutti
i giorni, non più tardi delle nove. Ma faceva in tempo a vedere per terra, in una delle stradine del quartiere dei « Morti », Colino Galasso, un facchino di Avigliano trapiantato a Rionero, ubriaco fino all'impossibile: lungo steso, gli occhi orribilmente rivolti al cielo, chiedeva ancora «una foglietta », cioè un litro
di vino.
In piazza c'era invece sdraiata per terra, Pasqualina Scarciona, livida, immobile, come morta, ubriaca fin nelle unghie .Per una strada, ecco una  carretta spinta a mano da monellacci urlanti: vi sbuffava dentro
« Fringiddo », un uomo alto non più di un metro e quaranta: dicevano che. fosse capace di bere una
« quartara » di vino, cioè quattordici litri e mezzo il contenuto di un'antica misura di capaci, un recipiente nel  quale il disgraziato ci sarebbe stato comodo comodo. Era ridotto in condizioni disumane ed ora veniva accompagnato a casa tra gli sberleffi di chi se n'era assunto l'incarico e i commenti dei passanti che si fermavano per un po', alquanto divertiti.
In un'altra strada, a braccetto di conoscenti, mastro Michee lo Scarparo, privo di una gamba, il quale si era
fatto come un mostro », tanto ne aveva bevuto; ora farneticava su paurosi ricordi di avvenimenti accorsigli nella grande guerra  mondiale, e ostacolava l’opera degli amici preoccuparti…un passo avanti e due indietro…



tratto da La Mala Sorte di V. Buccino

sabato 13 dicembre 2014

La provincia di Rionero


CAMERA DEI DEPUTATI N. 3141
PROPOSTA DI LEGGE
d'lniziativa del Deputato PAGLIUCA
Annunziata il :4 Agosto  1957
Istituzione della provincia del Vulture con capoluogo Rionero



ONOREVOLI COLLEGHI! - L'aspirazione dei comuni della zona del Vulture alla istituzione di una terza provincia lucana con
capoluogo Rionero non costituisce manifestazione di vieto e sorpassato campanilismo, ma. indiscutibile ed imperiosa esigenza di migliore funzionalità dei servizi che stanno alla base del progresso civile, nel campo amministrativo,
economico, culturale e sociale… 
…La nostra proposta tiene conto delle necessità che i comuni costituenti la nuova provincia del Vulture siano vicini il più possibile al capoluogo. Riconosciamo le nobili tradizioni storiche di Melfi: la sua importanza ai tempi dei Normanni e degli Svevi; le vestigia visibilissime della civiltà medioevale: il sarcofago marmoreo del periodo imperiale, la Cattedrale, la Porta Venosina, il Castello, i Portali romanici di Sant' Andrea e di Santa Maria la Nova le Chiese di San Lorenzo, della Madonna delle Spinelle, di Santa Lucia e di Santa Margherita; il retaggio glorioso lasciato da
uomini di vasta cultura, di illimitata generosità e di fama nazionale: ma ciò non conta agli effetti di una migliore funzionalità della organizzazione amministrativa, politica ed economica di una provincia.
Per tale migliore funzionalità è preminente il fattore topografico. Nel nostro caso il fattore topografico è a favore di Rionero centro propulsore di tutte le attività della intera zona del Vulture, come è inoppugnabilmente illustrato dal seguente prospetto nel quale sono indicati i comuni che dovrebbero costituire la nuova provincia e la distanza
intercedente tra ciascuno di essi e Rionero, Melfi e Potenza. 
Da tale prospetto risulta che sui 20 comuni, tutti della stessa regione Lucana, che costituirebbero la nuova provincia, ben 16, ossia i quattro quinti, si trovano da Rionero a minor distanza che da Potenza e Melfi.
Basta dare uno sguardo alla carta topografica allegata per rilevare ictsi oculi che Melfi risulta decentrata rispetto all'intera zona del Vulture e con la sua eventuale elevazione a capoluogo della istituenda provincia si ripeterebbe l'errore commesso nell'istituzione della provincia di Matera, dovuta ad interferenze politiche.
Matera è città decentrata, al confine con la provincia di Bari. I comuni dipendenti, siti nelle valli del Sinni, dell'Agri, del Bradano e del Basento, .non sono allacciati e non potranno essere mai allacciati con strade trasversali alle valli stesse, le quali, quasi parallelamente, corrono al mare Ionio.
La stessa città sorge sul torrente Gravina, affluente del Bradano, ed ha caratteri e topografia completamente diversi da quelli dei comuni dipendenti, di modo che questi, distaccati dalla provincia di Potenza per formare l'altra di Matera, hanno ben poco guadagnato nelle distanze dal capoluogo e nel decentramento amministrativo ed hanno economicamente perduto.
Riteniamo che tale errore non debba ripetersi con la costituzione della terza provincia lucana. Rionero in Vulture si trova, come innanzi abbiamo rilevato, al centro dei 20 comuni che dovrebbero costituire tale provincia, a cavaliere della Valle di Vitalba, in zona saluberrima ed incantevole dal punto di vista panoramico, frequentata per villeggiatura.
È buon punto di partenza per la visita al Vulture (metri 1327), antico vulcano spento, dal quale si gode il panorama su notevole parte della Puglia. Una rotabile, attraverso un magnifico bosco, sale ai due laghi di Monticchio (chilometri 11) assai pittoreschi e suggestivi, che occupano il doppio cratere del cono eruttivo del vulcano. La zona è di grande interesse turistico per la bellezza del paesaggio; per le sue selve odorose, nelle quali vegetano circa un migliaio di specie diverse di piante e vive una fauna variatissima  per acque minerali di riconosciuto pregio. L'industria alberghiera ha avuto il suo inizio con la Casina del Laghi. Si può con certezza affermare che il turismo da solo sarà in grado di assicurare quelle maggiori entrate che sono richieste dalla istituzione della nuova provincia. Senza tener conto, sul piano econormco-provincìale, delle maggiori entrate derivanti dall'inevitabile incremento che raggiungerà ogni settore produttivo della zona. Sulla riva nord del lago orientale è l'Abbazia di San Michele, fondata dai Benedettini, nella quale si ammirano affreschi bizantini del secolo XI. Sullo stretto istmo che divide i due laghi si trovano le rovine della Badia benedettina
di Sant'Ippolito, abbandonata nel 500. La strada che sfocerà, attraverso l'Ofanto, nell'alta Irpinia, è già in avanzata costruzione ed unirà direttamente la Campania alla Lucania ed alle Puglie. Tra breve una funivia moderna, partendo
dal lago piccolo, a quota 650, salialla Croce del Vulture (metri 1327), da dove si potrà  godere ti panorama della piana dell'Ofanto del Tavoliere delle Puglie e del mare. Da Rionero parte la strada provinciale del Vulture per Palazzo San Gervasio: altre due per Venosa e per Contursi, si incontrano a breve distanza. :e’ in via di completamento la Rionero-Piano del Conte che direttamente unirà a Rionero le frazioni di Avigliano.
Questa rete stradale favorisce i traffici con tutti i comuni della zona del Vulture, tra le più caratteristiche della Lucania, rinomata, oltre che per le sorgenti di acque minerali dì Monticchio e di Rionero, per i vini pregiati, fra i migliori d'Italia, e per prodotti ortofrutticoli non di minor pregi Per inìziati va privata sono sorti e funzionano da parecchi anni, nell'amena cittadina, diversi stabilimenti per la lavorazione delle uve, ai quali si sono aggiunte di recente due vaste cantine: una, del Consorzio agrario, della capacità di ettolitri 30.00 l'altra a sfondo cooperativistico, della capacità di etto litri 10.000. Conseguentemente Rionero si ha la possibilità di lavorare oltre un milione di quintali di uva e di assorbire
per la lavorazione, le uve dell'intera zona del Vulture. Esistono inoltre a Rionero ben 15 frantoi modernissimi per la molitura delle olive. Infine un'altra branca dell'attività industriale dei Rioneresi è costituita dallo sfruttamento di numerose cave di pozzolana, che forniscono i cementiflci delle Puglie e della Lucania
L'industria alberghiera è in via dr promettente sviluppo, di pari passo con lo sviluppo del turismo.
La zootecnia è estesa in tutto il tenimento con notevoli allevamenti delle migliori razze ovine e bovine.
Nel campo scolastico, la situazione non meno soddìsfacente: una Scuola media, un Scuola di avviamento a tipo agrario, un istituto tuto magistrale sono in piena efficienza mentre è in corso di istituzione una Scuola superiore di agricoltura per periti agrari.
Nel settore del credito operano una filiale del Banco di Napoli ed una della Cassa risparmio di Calabria.
Per tali premesse, Rionero ha indubbiamente, di fronte a Melfi, un diritto di essere capoluogo della ìstituenda provincia
Questa sarebbe formata, come si è detto, da 20 comuni innanzi elencati, con una superficie complessiva di chilometri quadrati 168 ed una popolazione di 134.789 abitanti, e .avrebbe sicura autosufficienza economica per  il notevolissimo sviluppo della sua attività  industriale, commerciale ed agricola.
Ci riserviamo di presentare le deliberazione
favorevoli della maggioranza delle Amministrazioni comunali interessate.