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domenica 15 febbraio 2015

La Domenica del contadino rionerese

La Domenica del contadino rionerese




La Domenica, per il contadino rionerese (degli anni 60-70-80 ), era il giorno in cui egli poteva approfittare della manodopera familiare che, per tutta la settimana, era impegnata  tra  scuola e lavoro, per svolgere una serie di attività in campagna.
In modo molto “democratico” , il Sabato che precedeva la Domenica, invitava i familiari a recarsi in campagna il giorno seguente.
Mio padre era uno di quelli.
Il sabato sera diceva  a me e mio fratello:

"guagliù, CRRAI sciam’ nù par’ d’orett’ alla vegn’.
Sciam’ r’ nott’ accussè finim’ prim’.
Manc’ v’ facit’ chiamà na ricin r’ vot’…ˮ

Alla nostra domanda :
§  * "cosa dobbiamo fare?ˮ
La risposta era sempre la stessa:
§ *  "quann’ sciam’ vrim…ˮ
Quale lavoro ci aspettava?
La Domenica mattina erano  immancabili i vari richiami alla sveglia, Papà andava su e giù…preparava un motozzap’ e risaliva in casa, ci chiamava e poi  di nuovo giù, faceva uscire il mulo dalla stalla e gli montava la vard’ (sella), mentre arrivava zio Michele dal piano dei Morti che lo prendeva per portarlo in campagna. Intanto papà tornava di nuovo su a  chiamarci.
Insomma… dopo tanto frastuono ci alzavamo, poi scendevamo giù…e alla vista del motozzap’ capivamo il lavoro che ci attendeva alla vigna…
§  *   Se ne carrello ci stavano le zappette…si arava…
§ *    Se il carrello era vuoto non c’era da stare allegri in quanto ci aspettava una bella carsciat’ di legna.
In campagna poi…iniziavano i lavori; su e giù per la vigna. Spostare i pali, portare le canne, raccogliere le "zeppereˮ e le "frascheˮ di olivo appena potate( che tra l’altro graffiavano pure)…motozzap’ acceso e aratura.
Ciò che  odiavo era portare la legna di olivo della potatura fin sopra al carrello e, poiché l’oliveto era in salita…partivo con 10kg di legna e arrivavo sopra che pesavano  50kg…
Da quelle paio d’ore , che dovevano essere inizialmente, si rimaneva fino alle 12:30 dopodiché rientravamo
a casa  dove c’era sempre " mammanonnaˮ che, seduta sulla sediolina, grattugiava il formaggio mentre guardava la messa domenicale in tv.
Mamma che aveva preparato le orecchiette e poi,  quel profumo di sugo di coniglio in casa che apriva ancora d più lo stomaco, immancabile una fetta di pane con sopra quel sughetto.
Poi tutti a tavola, a gustare quelle orecchiette e quel coniglio.

Anche il mulo ,nella sua stalla, si godeva, dopo quella Domenica mattina lavorativa,  una bella manciata di orzo e paglia.