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domenica 9 marzo 2014

Rionero 1843




La più considerevole sorgente minerale delle pertinenze Vulture, è senza dubbio quella che ne sgorga nel vallone del Arena, sulla strada tra Rionero ed Atella, un miglio circa al mezzodì di quel primo Comune e che vi è col nome di acqua della Francesca. Essa è preceduta da copiose vene di acqua potabile che sin presso Rionero da molti luoghi di quel lungo crepaccio zampillano acqua della Francesca. L’acqua della Francesca non ha nulla di termale né di solfureo, ma è limpidissima fresca e gorgogliante di gas carbonico. Il suo principale bulicame, del diametro di mezzo piede ne vien fuora con tal forza che sembra compreso da perenne ribollimento, il deposito di ferro idrato cui si tingono le pietre che ne vengono coperte, bastano dichiararla per acidula ferruginosa per la quale composizione non che per le fisiche qualità sembra potersi ritenere identica alla nostra ferrata del Chiatamone.
 Assai più carica di ferro da non potersi bere senza ribrezzo, si è l altra sorgente minerale che ne sgorga a distanza dalla testé cennata e presso le più copiose di acqua potabile di quel vallone. Tutte queste acque raccolgono in un ruscello che animano un molino ed valchiara di proprietà del Principe di Torella, exfeudatario di Atella. Fresca del pari ed acidula si è l altra pregevolissima minerale che scaturisce al settentrione di Rionero a poca distanza da Barile e precisamente presso la cappella di S Pietro.
Questa differisce dall’ acqua della Francesca per essere impregnata di gas idrogeno solforato cosicché può qualificarsi per acidula solfurea. Per la sua limpidezza e leggerezza non che pel suo sapore pizzicante acidolo poco alterato dal disgustoso odore dello zolfo riunisce quest’ acqua tutte le qualità della nostra solfurea di S. Lucia ….


ATTI DELLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE, SEZIONE DELLA SOCIETA REALE BORBONICA 1843

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