La più considerevole sorgente minerale
delle pertinenze Vulture, è senza dubbio quella che ne sgorga nel vallone del
Arena, sulla strada tra Rionero ed Atella, un miglio circa al mezzodì di quel
primo Comune e che vi è col nome di acqua della Francesca. Essa è preceduta da
copiose vene di acqua potabile che sin presso Rionero da molti luoghi di quel
lungo crepaccio zampillano acqua della Francesca. L’acqua della Francesca non
ha nulla di termale né di solfureo, ma è limpidissima fresca e gorgogliante di
gas carbonico. Il suo principale bulicame, del diametro di mezzo piede ne vien
fuora con tal forza che sembra compreso da perenne ribollimento, il deposito di
ferro idrato cui si tingono le pietre che ne vengono coperte, bastano
dichiararla per acidula ferruginosa per la quale composizione non che per le
fisiche qualità sembra potersi ritenere identica alla nostra ferrata del
Chiatamone.
Assai più carica di ferro da non
potersi bere senza ribrezzo, si è l altra sorgente minerale che ne sgorga a
distanza dalla testé cennata e presso le più copiose di acqua potabile di quel
vallone. Tutte queste acque raccolgono in un ruscello che animano un molino ed
valchiara di proprietà del Principe di Torella, exfeudatario di Atella. Fresca
del pari ed acidula si è l altra pregevolissima minerale che scaturisce al
settentrione di Rionero a poca distanza da Barile e precisamente presso la
cappella di S Pietro.
Questa differisce dall’ acqua della
Francesca per essere impregnata di gas idrogeno solforato cosicché può
qualificarsi per acidula solfurea. Per la sua limpidezza e leggerezza non che
pel suo sapore pizzicante acidolo poco alterato dal disgustoso odore dello
zolfo riunisce quest’ acqua tutte le qualità della nostra solfurea di S. Lucia
….
ATTI DELLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE, SEZIONE DELLA SOCIETA REALE
BORBONICA 1843
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