…..la Messa, alla chiesa « dei
Morti
Tuccio però si
seccava molto per due motivi: anzitutto perché il parroco non dava inizio al rito, nonostante fosse
l'ora, se prima non fossero arrivati alcuni gran signori, per i quali Ciccio aveva
preparato
sedie ed. inginocchiatoi
tutti speciali, laggiù in fondo, vicino al Fonte Battesimale; E
la cosa sembrava necessaria al sagrestano, perché quelli adagiavano due lire
nel piatto metallico della questua, laddove 'pochi
altri fedeli donavano due 'soldi, i più
un soldo, e moltissimi, quelli che pregavano sul serio, non
donavano
assolutamente nulla, perché essi, al Padreterno, avevano tutto da chiedere e
nulla da offrire.
L'altra cosa che
dava noia a Tuccio, in chiesa, era che un folto gruppo di studenti, che si
fermavano vicino all'ingresso, ma nella navata laterale,
a -sinistra di quella dove erano i posti riservati
ai notabili, durante la celebrazione, parlavano, ridevano, si davano e si
restituivano pacche dietro il coppetto, facevano smorfie alle ragazze più
carine. E nel piatto della questua, mettevano i soldi falsi. Ciccio li guardava
in cagnesco, ma non poteva cacciarli per non suscitare uno scandalo. Meno male
che non si fermavano nell'altra navata, altrimenti avrebbero disturbato anche quelle persone di riguardo e chissà come
sarebbe finita.Tuttavia si deve pensate che quei signori, almeno un pochino, fossero
disturbati lo stesso, perché, finita la Messa, sul
sagrato, non degnavano neppure di un pallidissimo sguardo quella ragazzaglia allegra e spensierata, ferma lì
per assistere alla sfilata. E la cosa
era anche giusta: va bene che quei ricconi lo facevano per distacco, per
superbia e per rimarcare le « necessarie » distanze, ma almeno erano sempre di
un'educazione ineccepibile, mentre quegli altri, poveretti.. .Il
parroco era in collera sì, ma non tanto, giacché era di natura bonaria e molto
comprensivo. Mentre si svestiva della pianeta, della stola e del camice, dopo
aver ricevuto l'immancabile « prosit » da
Ciccio, puntualmente ricambiato con un «vobis », si
limitava ad esclamare: « Rustica progenies, semper villana fuit... »
- Lo so che questa non è carità, ma anche quei benedetti figli...
la carità... e l'educazione ... non sanno nemmeno dove stiano
di casa! ... »
Tratto da La Mala
Sorte di V. Buccino
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