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mercoledì 28 settembre 2011

Vita quotidiana a Rionero ( anni '30)

...però a Rionero c'è aria fina: questo è indubitabile.

D'Autunno poi, uscire di casa alle cinque del mattino e prendere a boccate piene quel frizzantino che apre i polmoni e spalanca il cuore a pensieri sereni, è una gioia che bisogna provare.

Certo, l'uomo pigro non può conoscere taluni doni schietti della Provvidenza! A Rionero, tra la fine di Ottobre ed i primi di Novembre, colui che è fiacco o chi poltrisce a letto non può accompagnarsi, all'alba, alle contadinelle che, cantando, vanno lontano nei campi con sporte e con scale a raccogliere le ultime castagne o le prime ulive della stagione.

E c'è da ridere a seguirle ed a sentire i loro canti.

Sono canzoni ferocemente allusive: bollano a morte, con versi ispirati al Genio inesorabile di una spietata Musa popolare, la ragazza che, per sposarsi, è fuggita di casa col fidanzato, contro il parere dei genitori gelosi i quali ora han perduto la faccia. Oppure sono tiritere che consegnano alla derisione delle generazioni la fanciulla “per bene” che è andata sposa incinta, dopo le minacce a mano armata rivolte, e non una volta sola, dai parenti di lei all'innamorato prima ardente, poi piuttosto tiepido ed ora, dopo il fattaccio, addirittura riottoso.

Esse urlano nell'ultima tenebra il ritornello di fuoco che ormai conoscono pure i sassi sulla strada:

...Trapenarella mia, l'hai fatta la fesseria...

Uh!...Trapenarella, cumm' t'hai fatt'...trapenià!...

E poi sghignazzano con sguaiataggine,come sanno fare loro....


Tratto da La Male Sorte di V. Buccino

2 commenti:

  1. Bello questo estratto. Ho preso un appunto del libro, magari la prossima volta che vengo a Rionero ne cerco una copia. Ciao, Gianfranco.

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