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lunedì 30 dicembre 2013

«Che Tripoli e Tripoli! I triboli li abbiamo in casa»

• Giustino Fortunato a Salvemini: «I contadini di Lavello, ossia della zona del latifondo a cerealicoltura, assetati e affamati di terra, sperano averne una quota a Tripoli, e di Tripoli sono entusiasti. I contadini di Rionero, ossia della zona a coltura intensiva della vite, mal soffrono Tripoli, e dicono: “Che Tripoli e Tripoli! I triboli li abbiamo in casa, e bastano”. È detto comune in Basilicata: “Triboli e spine”»


Corriere della sera Giovedì 23 Novembre 1911

Querra in Libia

sabato 28 dicembre 2013

DISCORSI PARLAMENTARI DI GIUSTINO FORTUNATO...IL PARLAMENTO

Certo, senza far teorie di diritto costituzionale, la tendenza piazzaiola di denigrare il Parlamento, di fronte al potere esecutivo, è prova manifesta della scarsa educazione, della ottusa coscienza del nostro paese. E per questo io temo assai dell’ora presente: temo che l’Italia, da un momento all'altro, possa esser colta da uno di quegl'impeti d'impazienza nervosa, in cui una nazione, stanca delle sofferenze patite, creda intollerabile ogni indugio, e tenti a un tratto rinnovar tutto, o tornando al passato o buttandosi a capofitto nell'avvenire. Nessun pericolo maggiore, per un popolo come il nostro, che lasciarsi vincere dalla illusione di estremi, di subitanei rimedi, accusando di ogni male il regime che abbiamo, solo perchè gli uni lo giudicano monco, gli altri o soverchio ed eccessivo...

…Il Parlamento non morrà in Italia, solo perchè molti o pochi invocano il ritorno al governo assoluto. Ma se vogliamo che esso non si riduca a una scuola di servitù, e che l'elettore e il deputato non finiscano per mistificarsi a vicenda, così che l'uomo di governo speculi su di essi e li domini padrone, noi dobbiamo attivamente adoperarci a risollevarne il prestigio. La forma parlamentare, sia lo Stato a monarchia od a repubblica, rimane e rimarrà a lungo la forma necessaria de' governi civili. È debole, è malato il regime parlamentare, che è pure il solo regime in cui le società civili possono, a un tempo, trovare la tutela de' diritti individuali e la dignità della vita sociale ? Ebbene, curiamolo, mostrando conoscere la fisiologia delle odierne istituzioni politiche: ossia, che se una virtù ha il governo rappresentativo, è quella appunto di riverberare, con efficacia, i pregi e i difetti essenziali di un popolo, il quale, col cambiare di abiti, non cambia ne di cuore né di mente» Curiamolo, perchè non possiamo abolirlo; perchè, anche potendolo, dovremmo soffocare la pubblica opinione, sopprimere, cioè, la stampa, il telegrafo, le ferrovie; perchè, infine, anche riuscendo a disfarci di tutta quanta la storia da cento anni in qua, noi non avremmo che cosa sostituire ad esso…

…Certo, nessun paese è più essenzialmente democratico del nostro; eppure in nessun altro lo spirito democratico agisce più scarso e lento. Perchè ? Perchè, tra noi, la vita politica, priva di ogni solida e larga corrente di pubblica opinione, è organata come l'antica nostra vita letteraria: sul fondamento delle accademie. Or volete voi che il Parlamento cessi, magari, di esser la massima delle nostre accademie? Non tollerate più che altri lo denigri, e fate voti che dall'alto e dal basso, il più presto possibile, si ritorni alle sane norme costituzionali. ..

…Se i Parlamenti sparissero, se le discussioni  deplorevoli fin che vi piaccia , tacessero, chi può garantire non succederebbe la vera e propria guerra civile, per le piazze é per le strade ? …

giovedì 26 dicembre 2013

Rionero... 1735 1752

Riprendo, dopo una lunga pausa, il blog! Ringrazio chi mi ha invogliato a farlo:
Loredana mia moglie;
Maria Lucia C.;



Tratto da RIONERO medievale, Giustino Fortunato



1735
Facciamo piena ed indubitata fede noi qui sottoscritti,
sindaco ed eletti del Casale di Rionigro, ..... che li suoi abi­
tanti sono al numero di tremila e quarantacinque ; ..... che
in esso è una sola parrocchia; ..... che 1'utile suo Padrone,
signore di Atella, vi ha docati sessanta annui di foca.ggi e
docati trenta per il suolo dell'abitato; ..... che vi sono due
medici ed un notaio, ..... e il più de' cittadini, t!lluni hanno
case e vigne per loro proprio uso, tal uni abitano nelli pa­
gliai e nelle grotte, tutti, meno pochi artegiani, inclinasi
alla coltura della terra. E 'Per essere la verità, ne abbiamo
fatto la presente scritta, robborata con l'Universal suggello,
Rionigro, li 28 giugno 1735.
Il suggello della Università. è lo stemma di san Paolo (un braccio con la spada in mano) de' benedettinidi Monticchio.
1752

Rionero è Terra oggi cresciuta in numero di nove mila persone molto benestanti, con moltissimi ancora ricchi ed assai civili, di famiglie venute tutte da fuori.1752

domenica 31 marzo 2013

Giustino Fortunato, Il Mezzogiorno e lo Stato italiano. Discorsi politici (1880-1910). A Federico Severini





....Ebbene, oggi appunto che una benefica latente rivoluzione, non per opera de’ Governi né per alcuna efficacia delle classi dirigenti, ma solo per virtù della stirpe, la eroica virtù migratoria di tanti umili suoi figli, accade nel Mezzogiorno, oggi appunto l’azione dello Stato italiano, nelle sue direttive né vere né concrete, dà segni manifesti di volgersi a maggiore suo danno, sia incrudelendo nel riscuotere sia largheggiando nello spendere, riabbattendo su di esso il flagello di nuovi monopoli così del ceto industriale come della classe operaia delle regioni più ricche… I nostri partiti, tanto i vecchi quanto i nuovi (e già i nuovi non meno asmatici de’ vecchi), sono ciechi, e la loro corsa verso l’ignoto pare irrefrenabile. Noi siamo alla vigilia di una grande riforma, la quale, è noto, risponde pure a un maturo mio convincimento, e un’altra idealità lungamente da me professata: il suffragio universale, che io ho sempre creduto valido mezzo per rafforzare la disciplina sociale in Italia, dov’essa è stata ed è così fiacca, avendo sempre tenuto per vero, che l’autorità delle leggi sia tanto maggiore quanto meglio venga loro conferita da Parlamenti, ne’ quali tutti gl’interessi abbiano voce e voto. Or quale speranza di sollecito e buono suo èsito possiam oggi nutrire, se oggi più che mai alla scarsa preparazione economica e civile del paese fa riscontro una così profonda disorganizzazione, un così esteso disordine logico de’ partiti? La riforma elettorale dell’82 non ha dato alla piccola borghesia tutto il potere che ora esercita, e assai più eserciterà di qui a poco, se non dopo oltre un ventennio: quanti anni non occorrono, perché anche i lavoratori della terra, quelli del Mezzogiorno in particolar modo, si facciano effettivamente valere, richiamando lo Stato a un senso meno lunatico e più austero della realtà? Certo, incominciare è bene, anzi è doveroso: così avessimo incominciato prima, poi che niente giova più a rendere un uomo consapevole del suo diritto quanto l’esercizio di questo! Ma, e nel frattempo, vorrà la buona stella d’Italia, – dacché le cose nostre più spesso si regolano dal caso che dal consiglio, – vegliare ancora su di noi, salvandoci per la terza volta dal correr rischio di fallire? Vorrà almeno la gioventù non ancora ascritta alle chiese militanti, e che io mi auguro non sorda alle voci ammonitrici, se anche deboli, perché amo crederla onestamente libera di giudizio e di coscienza, insorgere contro le insanie di una politica senza propositi, o con propositi ostinatamente cotraddittorî, e richiedere, prima d’ogni cosa, quella semplicità di vita nazionale, quella sua purificazione di tutti i privilegi, sian volti al basso od all’alto, onde solo sia possibile al Mezzogiorno diventare meno gramo?
Giustino Fortunato
Gaudiano (Lavello) 27 Marzo 1911

domenica 20 gennaio 2013


L'unità d'Italia è stata e sarà – ne ho fede invitta – la nostra redenzione morale. Ma è stata, purtroppo, la nostra rovina economica. Noi eravamo, il 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L'unità ci ha perduti. E c'è di peggio. Tutto il macchinario dello Stato presente, se è tollerabile dalle forze dell'Alta Italia, è intollerabile dalle esauste nostre forze. E come se questo non bastasse, è provato, contrariamente all'opinione di tutti, che lo Stato italiano profonda i suoi beneficii finanziari nelle province settentrionali in misura ben maggiore che nelle meridionali. Tutto ciò, forse, Vi parrà un'eresia. Ma aspettate ancora due o tre mesi: avrete allora un libro di Francesco Saverio Nitti, magnifico e terribile, a un tempo, che Vi toglierà ogni dubbio, facendovi toccar con mano la dura verità delle Cose. Quel libro sarà una benedizione... Esso combatterà uno de' maggiori, de'peggiori pregiudizii de' settentrionali, specialmente de' signori lombardi, quello, cioè, secondo cui i meridionali non pagano imposte e scialacquano sul bilancio dello Stato. Esso "proverà" il contrario. Il libro potrebbe esser dannoso, se potesse esercitare azione su' meridionali. Ma questo pericolo non c'è. L'unità non corre, non correrà mai rischio per opera dei meridionali. Potete giurare su ciò. E poi, i meridionali non leggono! (da Carteggio 1865-1911 Giustino Fortunato )

martedì 15 gennaio 2013

COMPLEANNO ULTRACENTENARIO A 

COLLE VAL D'ELSA

News 14-01-2013



Compleanno ultracentenario ieri a Colle di Val d’Elsa. Alla residenza per anziani
“Casa S. Giuseppe - Famiglia per la terza età” Carmela Larotonda ha spento 104 candeline,festeggiata, fra gli altri, dal sindaco di Colle di Val d’Elsa, Paolo Brogioni e 
dal Comandante della stazione colligiana dei Carabinieri, Luigi Polimanti. Insieme a loro,
 le Suore Francescanedel Cuore Immacolato di Maria che gestiscono la struttura in 
Via Martiri della Libertà, riaperta un anno fa grazie all’intervento di una società privata 
composta da tre famiglie colligiane.Carmela Larotonda è nata il 13 gennaio 1909 a 
Rionero in Vulture, in provincia di Potenza.Terza di otto fratelli, ha avuto nove figli, di 
cui sette ancora in vita e il più anziano ha 82 anni. Insieme al marito, deceduto nel 
1990 all’età di 87 anni, nel 1965 si è trasferita a Poggibonsi,dove ancora vive un figlio.
Carmela, donna di grande levatura morale,è dotata ancora di una mente 
straordinariamente lucida che le fa ricordare perfettamente i nomi e le relazioni di parentela 
con nipoti epronipoti che vivono in Italia e in altri Paesi del mondo.Completamente autosufficiente e condizionata solo da una sordità dovuta all’età,pochi mesi fa ha chiesto
alla famiglia di andare a vivere alla “Casa S. Giuseppe” di Colle di Val d’Elsa,dove viene 
apprezzata ogni giorno per la sua riservatezza e la sua tranquillità.


Tratto da http://www.oksiena.it/