La Domenica del contadino rionerese
La Domenica, per il contadino rionerese
(degli anni 60-70-80 ), era il giorno in cui egli poteva approfittare della
manodopera familiare che, per tutta la settimana, era impegnata tra scuola
e lavoro, per svolgere una serie di attività in campagna.
In modo molto “democratico” , il Sabato
che precedeva la Domenica, invitava i familiari a recarsi in campagna il giorno
seguente.
Mio padre era uno di quelli.
Il sabato sera diceva a me e mio fratello:
"guagliù,
CRRAI sciam’ nù par’ d’orett’ alla vegn’.
Sciam’ r’ nott’
accussè finim’ prim’.
Manc’ v’ facit’
chiamà na ricin r’ vot’…ˮ
Alla nostra domanda :
§ * "cosa
dobbiamo fare?ˮ
La risposta era sempre la stessa:
§ * "quann’
sciam’ vrim…ˮ
Quale lavoro ci aspettava?
La Domenica mattina erano immancabili i vari richiami alla sveglia, Papà
andava su e giù…preparava un motozzap’ e risaliva in casa, ci chiamava e poi di nuovo giù, faceva uscire il mulo dalla
stalla e gli montava la vard’ (sella), mentre arrivava zio Michele dal piano
dei Morti che lo prendeva per portarlo in campagna. Intanto papà tornava di
nuovo su a chiamarci.
Insomma… dopo tanto frastuono ci
alzavamo, poi scendevamo giù…e alla vista del motozzap’ capivamo il lavoro che ci attendeva alla vigna…
§ * Se
ne carrello ci stavano le zappette…si arava…
§ * Se
il carrello era vuoto non c’era da stare allegri in quanto ci aspettava una
bella carsciat’ di legna.
In campagna poi…iniziavano i lavori; su
e giù per la vigna. Spostare i pali, portare le canne, raccogliere le "zeppereˮ e le "frascheˮ di olivo appena potate( che tra l’altro graffiavano
pure)…motozzap’ acceso e aratura.
Ciò che odiavo era portare la legna di olivo della
potatura fin sopra al carrello e, poiché l’oliveto era in salita…partivo con
10kg di legna e arrivavo sopra che pesavano 50kg…
Da quelle paio d’ore , che dovevano
essere inizialmente, si rimaneva fino alle 12:30 dopodiché rientravamo
a casa
dove c’era sempre " mammanonnaˮ
che, seduta sulla sediolina, grattugiava il formaggio mentre guardava la messa
domenicale in tv.
Mamma che aveva preparato le orecchiette
e poi, quel profumo di sugo di coniglio
in casa che apriva ancora d più lo stomaco,
immancabile una fetta di pane con sopra quel sughetto.
Poi tutti a tavola, a gustare quelle
orecchiette e quel coniglio.
Anche il mulo ,nella sua stalla, si
godeva, dopo quella Domenica mattina lavorativa, una bella manciata di orzo e paglia.
Nessun commento:
Posta un commento