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lunedì 5 aprile 2010

Rionero

Rionero fu un tempo piccol villaggio non più che da quattro o cinque famiglie abitato in tenimento di Atella non già di quella onde furon le favole Atellane appellate, per questo stavasi nella Campagna felice su le antiche rovine di quella diocesi la nobile città di Aversa edificata; ma quella che oggi vedesi appiè del Vulture nella nostra Lucania in maggior parte da terremoti protesa, famosa per quel celebre fatto di armi tra Francesi e Spagnoli presso alle mura di esso avvennuta, qual battagliua con tanta purità di sermone mons. Paolo Giovio nella sua Latina Istoria eloquemente descrive. E' fama che i primi pochissimi nostri maggiori allettati dalla facilità di coltivare i campi detti del Gaudo, li quali in ampia ed aprica pianura distendonsi, abbondevoli a voti degli agricoltori si rendono, distaccati si fossero del grosso di quegli Albanesi che diloggiati di Melfi ove fu lor prima concesso il fermarsi a fabbricar Barile si fecero. Ma a poco a poco per la fertilità del terreno e per la solubrità dell'aree e per la copia e dolcezza delle fonti e per l'opportunità del traffico e se gli occhi all'animo di molte straniere persone tragendo si è reso più bello di tutta la Diocesi Rapollana. Per favellar però di ciocchè a noi si appartiene fu a primi albanesi coloni concessa in Parrocchia rurale chiesina sotto il titolo di San Marco, oggi detta Monte dei Morti, la quale da un Parroco di Greco rito reggevasi, forse perchè un tal rito ricevuto avevano da lor maggiori...

Arch. Vescovile Melfi 1757-1853

tratto da Rionero di Pietrafesa

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