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venerdì 14 maggio 2010

R’ pan e u’ Forn’




Fino a qualche tempo fa, parlo anche fine anni ‘80’, erano molti i rioneresi che usavano ancora fare il pane in casa, o meglio, impastare il pane in casa e poi portarlo al forno per la cottura.
Uno dei forni famosi a Rionero era il forno di Sabella in via Luigi Cadorna (vicino la stazione ferroviaria)

Il procedimento era un po’ lungo e laborioso.

La rionerese iniziava dalla sera prima il procedimento per impastare il pane.

‘Ndò ù ‘mbastapan cerniv’ la farina, faceva un mucchietto alto, poi con le mani lo allargava e ci metteva i 'catapan’ cotti e tritati miscelati con acqua calda.

poi vi aggiungeva ù cr’scent’ (lievito) e iniziava ad impastare. Impastava con le mani..anzi con i pugni…in casa si sentiva quel cick, ciock che i pugni procuravano al contatto con la pasta.

Dopo l’impasto, copriva la pasta con coperte in modo da tenerla calda durante la lievitazione.

La mattina dopo di buon ora, dopo la lievitazione, si sc’canava...si tagliava la pasta e si preparavano le panelle, e la pasta per fare i 'cucoli' oppure i 'cucculecchj frett’. Da parte si cuocevano i pomodori per condire i 'cucoli.

Su ogni panella si faceva un croce con il coltello e si metteva il segno per riconoscere il pane dopo la cottura. I segni erano: una noce o le iniziali del nome

Fatto questo e ricoperti per bene le panelle si partiva per il forno..Ricordo che dal rione San Francesco, le donne caricavano il tutto su un cariola.

Arrivate al forno, mettevano le panelle sulle tavole e nell’attesa che arrivasse la fornaia, (la quale già di buon mattino aveva acceso il forno) si stendeva la pasta per i cucoli.

Poi un attimo di pausa in attesa che la signora furnara arrivasse per ' imburnare' prima i 'cucoli e poi le panelle.

1 commento:

  1. Ma che se grullo me lo ricordo ancora che ia nonna e mia madre impastavano con ilcucculo e i biscotti e via al forno

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