Tra vicoli
…quello che notava la sera, nelle strade, dall'imbrunire in poi, lo rattristava profondamente
e gli faceva 'apparire il giorno festivo meno caro e
desiderabile. La tristezza propria dell'ora risultava agli occhi suoi raddoppiata e così rincasava, anche perché il padre aveva stabilito che egli dovesse essere a letto, tutti
i giorni, non più tardi delle nove. Ma faceva in tempo a vedere per terra, in una delle stradine del quartiere dei « Morti »,
Colino Galasso, un facchino di Avigliano trapiantato a Rionero, ubriaco fino all'impossibile: lungo steso, gli occhi orribilmente rivolti al cielo,
chiedeva ancora «una foglietta »,
cioè un litro
di vino.
In piazza c'era invece sdraiata per terra, Pasqualina Scarciona, livida, immobile, come morta, ubriaca fin nelle unghie .Per una strada, ecco una carretta spinta a mano da monellacci urlanti: vi sbuffava dentro
« Fringiddo »,
un uomo alto non più di un metro
e quaranta: dicevano che. fosse capace di bere una
« quartara » di vino, cioè quattordici litri e mezzo il contenuto di un'antica misura di
capacità, un recipiente nel quale il disgraziato ci sarebbe stato comodo comodo. Era ridotto in condizioni disumane ed
ora veniva accompagnato a casa tra gli sberleffi di chi se n'era assunto l'incarico e i commenti dei passanti che si fermavano per un po', alquanto divertiti.
In un'altra strada, a braccetto di conoscenti, mastro Michee lo Scarparo, privo di una gamba, il quale si era
fatto come un mostro », tanto ne aveva bevuto; ora farneticava su paurosi ricordi di avvenimenti accorsigli
nella grande guerra mondiale, e
ostacolava l’opera degli amici preoccuparti…un passo avanti e due indietro…
tratto da La Mala Sorte di V. Buccino
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