CLICCARE SULLA FOTO IN ALTO PER AGGIORNARE IL BLOG

...................................................................................................................

venerdì 2 gennaio 2015

Il gioco della palla



…. poi si dirigeva dietro alla « palombaia di Corona ».
Là c'erano gruppi di contadini adulti che giocavano a soldi con una palla di ferro.
Scavavano cinque fori circolari nel terreno: quattro ai vertici di un quadrato immaginario, uno al centro. Si fissava una distanza convenzionale: di là ognuno dei partecipanti al gioco, secondo avesse deciso la sorte, doveva tirare a mano la pesante palla di ferro. Chi l'avesse fatta entrare in un foro esterno, non era tenuto a pagare la posta; chi non ne avesse imbroccato uno fino all'esaurirsi del turno, pagava a chi era riuscito ad indirizzarvela più di una volta. Chi invece, per arte o per fortuna, avesse spinto la palla nel foro centrale, incassava tutte le poste, tranne quelle che, eventualmente, fossero state messe al sicuro con punti
realizzati in precedenza. La posta era, normalmente, di mezza lira.
Tuccio s'incantava a seguire il gioco e ad ammirare alcuni che erano espertissimi, ma erano anche impietosi nel canzonare i meno fortunati; allora egli sosteneva tacitamente, ma con tutto il cuore, quelli che perdevano e pregava Dio che li aiutasse, anche perché, per lui, cinquanta centesimi erano una somma, e vederli perdere era una pena grande. Gli si spezzava il cuore quando quei miseri sborsavano una lira, prendevano mezza lira di resto e poi, per l'avversa fortuna, pagavano anche questa. Portando la mano alla tasca per rintracciare la bianca moneta, si sporcavano lievemente di terra la giacca di vigogna nera che avevano indossato per .la festa domenicale, la stessa giacca del giorno del matrimonio, che si era fatta piuttosto stretta ed ora si abbottonava sul davanti con qualche difficoltà.

Tratto da La Mala Sorte di V. Buccino

Nessun commento:

Posta un commento