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sabato 3 ottobre 2009

Intervento del presidente della Repubblica da Rionero in Vulture

Articolo tratto da La Repubblica.it
RIONERO IN VULTURE (POTENZA) - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ribadisce, in vista del centocinquantesimo anniversario dell'unificazione italiana, la centralità della questione meridionale, e invoca il no alle "bestemmie separatiste". Da Rionero in Vulture, paese natale dello studioso meridionalista Giustino Fortunato, Napolitano denuncia "l'esaurirsi di una strategia nazionale per il Mezzogiorno", e punta il dito sul "diffondersi nell'opinione pubblica settentrionale di una illusione di sviluppo autosufficiente destinata a dispiegarsi pienamente una volta liberatosi del peso frenante del Mezzogiorno". "Le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia - ha detto Giorgio Napolitano - hanno senso perché l'Italia ha bisogno di più unità di nuova e più forte coscienza unitaria", "un valore attuale che va ribadito di fronte a certe fantasticherie che si stanno sentendo in polemica con l'esigenza di una forte inequivoca celebrazione e riaffermazione dell'unità e indivisibilità dell'Italia". Napolitano ha ricordato che di "bestemmie separatiste" parlò già Giustino Fortunato alla fine dell'Ottocento, e "queste bestemmie che negano il valore dello Stato unitario sono tornate varie volte". "Risultano tutt'ora drammatici e tendenzialmente stagnanti" i dati del divario tra il Nord e il Sud del Paese, ricorda il Capo dello Stato. Ma il presidente della Repubblica si scaglia anche contro "l'incapacità delle forze dirigenti meridionali di fronte alla prova dell'autogoverno". E ammonisce: "Lasciate che lo dica da meridionale e da convinto meridionalista: non possiamo permetterci alcuna autoindulgenza, non possiamo nascondere l'inefficienze e distorsioni dietro la denuncia delle responsabilità altrui e dello Stato e dei governi".
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Conclude facendo riferimento al federalismo fiscale: va bene, purché non si metta in discussione l'unità d'Italia, sottolinea il presidente. "Le novità del federalismo fiscale, per conquistare i maggiori consensi che le mancano e superare le preoccupazioni o diffidenze che le circondano, devono saldarsi con una chiara, non formale riaffermazione del patto nazionale unitario", ha detto Napolitano. "Sono comprensibili e significativi", ha aggiunto, i richiami a valorizzare le diverse esperienze storiche e le diverse realtà e tradizioni del nord e del sud, delle singole regioni, ma "non possono considerarsi in contrasto con la loro riconduzione all'unità. Questo fu il grande obiettivo del Risorgimento e il grande traguardo della fondazione dello Stato nazionale italiano". Pacata la replica del leader della Lega Umberto Bossi: "Se l'unità d'Italia non la difende Napolitano, chi lo deve fare? Ad ognuno il suo compito". A chi gli chiedeva se fosse sconvolto dalle affermazioni di Napolitano, Bossi ha risposto: "No. Io mi considero amico di Napolitano e lo giudico una persona abbastanza saggia. Per cui su qualsiasi cosa si può ragionare".

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