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giovedì 10 giugno 2010

RIONERO 1843

Messo a cavaliere su di amenissimo colle la situazione di Rionero non poteva essere più propizia all’educazione del virgulto di Bacco Vi concorre la qualità vulcanica delle sue terre acconciamente temperata dagli elementi calcari di cui tutti i monti che circondano il fuori del paese dal levante a mezzodì nella esposizione tra Rionero Barile e Ripacandida lì vi sono piantate e condotte come in ben ordinati giardini i vitigni, son tenuti bassi a 4 palmi di distanza fra loro nella potatura vi si lascia un solo tralcio o tutto al secondo con due soli occhi, i pampini si fanno appoggiare a tre canne messe a piramide, si lavora la terra tre e volte l’anno Le vigne di Rionero si danno la mano con quelle di Barile Rapolla e Melfi ma in due ultimi luoghi fra le viti son piantati ulivi e alberi fruttiferi Dalla parte che guarda Rionero ed Atella il Vulture è stato spogliato de suoi boschi e le coltivazioni di cereali vi sono state spinte fin quasi al comignolo. Vi rimane il pizzuto di San Michele la lunga cresta che si distende fino al pizzuto di Melfi dove i boschi esistono in tutta la loro forza. La parte denudata appartiene al demanio di Atella che vi possiede ancora altri boschi e terre considerevoli. Nulla ne possiede Rionero che surto di recente come il dicemmo non ha fondi demaniali di sorta alcuna e prende da Atella tutte le terre che ora ne coltiva In tal deficienza tanta è l’ industria di quel popolo instancabile e tanto il commercio colle limitrofe contrade che la prosperità di Rionero progredisce con rapido corso i suoi fabbricati se ne aumentano tutto giorno La su popolazione conta già 10 mila abitanti e l’agiatezza vi è distribuita tra tutte le classi di essi A farne un capoluogo di distretto se non di Provincia sono l’amenità del sito la salubrità dell’ aria le vettovaglie la vicinanza del Vulture che lo provvede di legname di cacciagioni e di pesce la prossimità della Puglia che gli apre i porti dell Adriatico La stagione è fresca e deliziosa e noi che ve ne passammo i più caldi giorni non vi avvertimmo mai più di 21 gradi di Reaumur. Da ultimo gioverà aggiungere a queste prerogative l’essere stata immune dal flagello asiatico mentre infieriva nella prossima Puglia ed in molti luoghi della stessa Basilicata e di questo insigne privilegio godeva Rionero senza avere punto intermesso i suoi commerci e senza dar luogo a misure sanitarie…


Tratto da: ATTI DELLA REALE ACCADEMIA SELLE SCIENZE SEZIONE DELLA SOCIETÀ REALE BORBONICA VOLUME V Parte

NAPOLI NELLA STAMPERIA REALE 1843

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