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sabato 8 febbraio 2014

La messa domenicale alla chiesa dei Morti ( anni '30 )

 …..la Messa, alla chiesa « dei Morti  
Tuccio però si seccava molto per due motivi: anzitutto perché il parroco  non dava inizio al rito, nonostante fosse l'ora, se prima non fossero arrivati alcuni gran signori, per i quali Ciccio aveva preparato
sedie ed. inginocchiatoi tutti speciali, laggiù in fondo, vicino al Fonte Battesimale; E la cosa sembrava necessaria al sagrestano, perché quelli adagiavano due lire nel piatto metallico della questua, laddove 'pochi altri fedeli donavano due 'soldi, i più un soldo, e moltissimi, quelli che pregavano sul serio, non
donavano assolutamente nulla, perché essi, al Padreterno, avevano tutto da chiedere e nulla da offrire.
L'altra cosa che dava noia a Tuccio, in chiesa, era che un folto gruppo di studenti, che si fermavano vicino all'ingresso, ma nella navata laterale, a -sinistra di quella dove erano i posti riservati ai notabili, durante la celebrazione, parlavano, ridevano, si davano e si restituivano pacche dietro il coppetto, facevano smorfie alle ragazze più carine. E nel piatto della questua, mettevano i soldi falsi. Ciccio li guardava in cagnesco, ma non poteva cacciarli per non suscitare uno scandalo. Meno male che non si fermavano nell'altra navata, altrimenti avrebbero disturbato  anche  quelle persone di riguardo e chissà come sarebbe finita.Tuttavia si deve pensate che quei signori, almeno un pochino, fossero disturbati lo stesso, perché, finita la Messa, sul sagrato, non degnavano neppure di un pallidissimo sguardo quella  ragazzaglia allegra e spensierata, ferma lì per assistere alla sfilata. E la cosa era anche giusta: va bene che quei ricconi lo facevano per distacco, per superbia e per rimarcare le « necessarie » distanze, ma almeno erano sempre di un'educazione ineccepibile, mentre quegli altri, poveretti.. .Il parroco era in collera sì, ma non tanto, giacché era di natura bonaria e molto comprensivo. Mentre si svestiva della pianeta, della stola e del camice, dopo aver ricevuto l'immancabile « prosit » da Ciccio, puntualmente ricambiato con un «vobis », si limitava ad esclamare: « Rustica progenies, semper villana fuit... » - Lo so che questa non è carità, ma anche quei benedetti figli... la carità... e l'educazione ... non sanno nemmeno dove stiano di casa! ... »


Tratto da La Mala Sorte di V. Buccino

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