........Nomino mio erede universale Pasquale; i cui ozi ho sentito sempre dolorosi, nelle sue giornate di riscossioni, escussioni, sanzioni, amministrazioni. A lui lascio i vigneti del Serro, di Pian dell'Altare, i seminativi di Pallettieri, i pascoli della Bufata e di Bucito, la taverna di posta della via nuova, la cantine di vico Santuomunno, gli orti della Fiumara, case e botteghe di Rionero.......Sia rimessa puntualmente a Benedetto la rendita annua della morra di pecore delle Forche fino a compimento dei suoi studi a Parigi......Voglio che, al tempo delle maschere e dei suoni - e dei malvestiti! - sia macellato e ripartito ai poveri, ogni tanto, il più grande dei porci, dinanzi alla Chiesa di Sant' Antonio Abate, nelle cui grotte, di nostra proprietà, abbiano le nostre più grandi porcilaie.
Ciriaco dei Granata, Dicembre 1764, nella casa avita di Rione dei Morti.
D.S. Che sia estinto, alla scadenza del 1766, il debito da me contratto per le ristrettezze di quest'anno, di tremila ducati al nove per cento, con la famiglia Fortunato.
In quella notte di luna, hanno visto passeggiare insonne nell'immenso parco di casa, don Cherubino, come gravato di colpe e di debiti indicibili e irredimibili. La mia famiglia non deve gravare la famiglia Fortunato di altre pene, oltre quelle che già ha per la cupidigia di farsi padrone di tutto.
tratto da : Rionero Storie sparse e disperse di Nino Calice

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