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sabato 7 novembre 2009

Terremoto del 14 Agosto 1851 Articolo tratto dal Lear

Dall' " Athenaeum Journal"


Napoli 27 Agosto 1851
Le notizie sul terribile terremoto di Melfi del 14 u.s. raggiungono Napoli con molta lentezza, Ciascun bollettino reca notizia di un'accresciuta quantità di danni, e di un aumentato numero di vittime umane, assime ai partciloari di una catrastofe senza precedenti nella penisola italiana. Ho incontrato molte persone di Melfi, e dai loro racconti mi sforzerò di darvi un'idea di questa immane tragedia.
La mattina del 14 Agosto era molto afosa;l'atmosfera era plumbea. E' stato notato che un insolito silenzio caratterizzava il mondo animale. Il ronzio degli insetti era cessato, i volatili erano muti; non un soffio d' aria muoveva l'arida vegetazione. Alle due e mezza, circa, la città di Melfi dondolò per circa sei secondi e quasi tutti gli edifici crollarono......Un'altra piccola città, Barile, è letteralmente scomparsa; dalla viscere della terra è emerso un lago dalle acque calde e salate... Procedo a raccontarvi alcune esperianze dirette di persone che sono arrivate a Napoli dalla scena del disastro.." Stavo viaggiando - dice uno - ad un miglio da Melfi, quando vidi tre carri tirati da buoi. In un attimo, i due più distanti precipitarono nelle viscere della terra:dal terzo vidi scendere un uomo ed un ragazzo che si precipitarono in un vigneto che costeggiava la strada. Poco dopo, nemmeno tre secondi, anche il terzo carro venne inghiottito"....Un altro testimonedice: " Melfi e il territorio circostante sono uno scenario tristissimo: case distrutte o parzialmente in piedi, il terreno squarciato qui e là da profonde crepe, in cui è possibile scorgere attività vulcanica; gente che erra stupefatta; uomini in cerca tra le rovine, donne che piangono, bambini in cerca dei loro genitori, e qualche disgraziato che porta via pezzi di mobilio. Le autorità non si trovano in nessuna parte." Un terzo afferma. Sono di Melfi, e mi trovavo vicino al monastero al momento del terremoto. Un contadino mi aveva appena detto che l'acqua del pozzo era bollente; pochi minuti dopo vidi cadevere il monastero. caddi a terra e non vidi più niente. credevo di aver avuto un colpo."

Da una lettera del sig. Vittorio Manassei
Napoli 27 Marzo 1852
....A Rionero, il palazzo del signor Catena è ridotto solo al primo piano, ma nessuno della famiglia è rimasto ucciso. Le perdite umane in città sono circa 100.
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